Ovindoli Caput Mundi

Pensavo che Ovindoli fosse in provincia de L’Aquila, ma ieri ho avuto la conferma che la cittadina montana è in realtà il XVI Municipio Romano. Ovindoli è, a tutti gli effetti, un’enclave romana in terra abruzzese.

All’arrivo al piazzale Magnola, nonostante le piazzole del parcheggio siano ben segnalate da strisce blu nuove di zecca, le auto sono parcheggiate assolutamente ad cazzum. Tutti vogliono lasciare l’auto sotto la biglietteria ma la legge dell’impenetrabilità della materia impedisce che quattromila auto possano insistere sulla stessa area sufficiente per scarse duemila. Risultato: SUV e station wagon buttate lungo la strada, utilitarie messe di sguincio ed entropia diffusa.

In un parcheggio leggermente distante (e pertanto semideserto) dalla partenza delle seggiovie ma che ben presto si riempie di quiriti urlanti e completamente in balìa di se stessi, la famiglia-tipo romana finalmente riesce a lasciare l’auto. Come se l’abbondanza di parcheggio provocasse una specie di vertigine, il padre-guidatore parcheggia di traverso occupando tre posti invece di uno (e quando gli ricapita, di vedere tanto spazio?) e le attività propedeutiche allo sci hanno inizio. Il pater familias scarica l’auto ricolma di attrezzature, la madre tiene la fronte al figlio piccolo che, non abituato alle curve, vomita abbondantemente la colazione ingerita due ore prima, la figlia grande si attacca al cellulare e inizia a dare le coordinate a circa sedici amici, anche loro nella ridente cittadina. Sotto la direzione paterna, carichi come muli di sci, bastoncini, maschere, cappellini, guanti e burricacai (non è un passato remoto, ma un nuovo sostantivo plurale), la famigliola si incammina a piedi verso la biglietteria e le agognate piste. Nel frattempo la figlia continua a dare la posizione (“Stamo annà verzo ‘a telegabbina, voi ‘ndò state, che fate, a stronzi?”) mentre lo scarpone da sci, inadatto a camminare sull’asfalto, trincia senza pietà stinchi e malleoli di tutta la famiglia, che lascia già una striscia sanguinolenta sulla neve sporca mista a fango del parcheggio.

Altopiano delle Rocche (… Romane)

Alla base della “telegabbina”, c’è la riunione dei famosi sedici amici, che però non si schiodano perché a) manca “er briciola”, b)  devono aspettare “er patata” che “è annato a piscià” c)  “er sercio” è andato a noleggiare gli sci e ha trentadue persone davanti a lui. Dopo una mezz’ora buona di “aspetta tu che aspetto io”, si parte per i dolci pendii. E finalmente la moltitudine quirite si disperde per le piste, felice di essere all’aria aperta e di bruciare un po’ di energie che verranno subito reintegrate all’ora di pranzo. Infatti, già a mezzogiorno e mezzo, le piste si spopolano e i rifugi si riempiono. Perché la subdola strategia di accalappiamento del turista inizia ben prima dell’ora “che se magna”: già alle dieci, dalle cucine dei rifugi (collocati furbescamente all’arrivo delle seggiovie e sempre col vento che investe di aromi gli sciatori) si sprigionano profumi interessantissimi: soffritto di cipolla, arrosticino di castrato, sugo per lasagne e via di questo passo. Il romano medio, estremamente sensibile all’argomento, pianta gli sci a croce davanti al rifugio e sprofonda il popò nella bella panchina soleggiata del rifugio. Dopo aver ingurgitato pappardelle al sugo di cinghiale, arrosticini, patate fritte, dolce e caffè, lo sciatore, ebbro anche di qualche bicchiere di Montepulciano, si schianta come una balena spiaggiata sulla terrazza del rifugio e lì trascorre le ore più calde della giornata ad abbronzarsi. Poi, al calar del sole, riprende gli sci e rientra, satollo e felice, al parcheggio, contento di questa intensa giornata di sport, lasciando Ovindoli in uno stato penoso in quanto a cartacce, immondizia, aria satura di gas di scarico e abbandono generale.

§§§§§§§§§§§§§§§

TIPI DI SCIATORI

Questa catalogazione di sciatore si trova sul web: un po’ datata (i riferimenti a Tomba!) ma sempre efficace.

Sciator OPTIMUS

  1. Prende il gancio dello ski-lift con una mano sola.
  2. In seggiovia fuma annoiato, non prende il sole, tiene gli sci penzoloni, scende dal seggiolino all’ultimo momento.
  3. Mangia un panino con lo speck, beve una coca-cola poi dice: “Vado perché è l’ora migliore e non c’è nessuno”. E va a farsi una discesa.
  4. Curva perfettamente da tutte e due le parti.
  5. Se cade, dà la colpa agli scarponi che non hanno retto la velocità.
  6. Scarponi: li infila con facilità, li toglie con leggerezza.
  7. Ha l’attrezzatura da un milione. Maggior spesa: gli occhiali.
  8. Quando alla TV vede cadere Tomba dice che è perché è male allenato.
  9. Se esce di pista è per farsi un canalone in neve fresca.

Sciator MEDIUS

  1. Prende il gancio dello ski-lift con due mani, a volte lo strangola.
  2. In seggiovia non fuma ma prende il sole, che è sempre alle sue spalle, a rischio di violenti torcicollo. Tiene gli sci sull’appoggio e per scendere si prepara tre piloni prima.
  3. Mangia zuppa di verdura, beve un quarto di vino e poi dice: “Vado perché è l’ora migliore e non c’è nessuno”. E va a dormire su una sdraio.
  4. Curva peggio da una parte, quasi sempre la sinistra.
  5. Se cade dà la colpa alle lamine, ma non sa cosa siano.
  6. Scarponi: li infila con ferocia, li toglie con odio.
  7. Ha l’attrezzatura da un milione. Maggior spesa: la giacca a vento.
  8. Quando alla TV vede cadere Tomba dice che è perché ha sbagliato il peso sullo sci interno.
  9. Se esce di pista è per farsi una pisciata.

Sciator CAPRINUS

  1. Prende il gancio dello ski-lift nei coglioni.
  2. In seggiovia se fuma fa cadere un guanto, se prende il sole fa cadere gli occhiali. Per scendere dal seggiolino si prepara dieci secondi dopo la partenza, viene preso dal panico sei piloni prima dell’arrivo, momento in cui perde un bastoncino e con l’altro tenta di accecare l’inserviente.
  3. Mangia polenta e salsiccia, beve quattro grappini e poi dice: “Vado perché è l’ora migliore e non c’è nessuno”. E va al cesso.
  4. Curva peggio da una parte, quella dove ci sono gli ostacoli.
  5. Se cade dà la colpa ad un lastrone di ghiaccio, anche con due metri di neve fresca
  6. Scarponi: glieli infilano gli amici, glieli tolgono gli infermieri.
  7. Ha l’attrezzatura da un milione. Maggior spesa: gli sci da gara.
  8. Quando alla TV vede cadere Tomba gode.
  9. Se esce di pista è per schiantarsi contro un albero.

SNOWBOARDER

  1. Ski-lift: che palle!
  2. In seggiovia fa in modo di salire sempre da solo, si rolla una canna, si sdraia a prendere il sole fino al punto dove la seggiola passa sopra un panettone di neve fresca, dove si lancia nel vuoto ululando di gioia.
  3. Non mangia e non beve perché non ha tempo per queste cazzate.
  4. Non curva, carva!
  5. Se cade è per far vedere all’amico principiante che tutto sommato fa parte del gioco
  6. Scarponi: li infila al mattino li toglie la sera.
  7. Ha l’attrezzatura da un milione. Maggior spesa: la bandana.
  8. Quando alla TV vede cadere Tomba dice che è perché usa l’attrezzo sbagliato: gli sci.
  9. Se entra in pista è per andare al bar a farsi un bombardino.

Sciator MILANESIS

  1. Si incazza se non c’è l’omino che gli passa il gancio dello skilift, visto che ha pagato anche per quello.
  2. In seggiovia, rompe i coglioni lamentandosi che la neve non è come a St. Moritz, che gli impianti non sono come ad Avoriaz, che gli alberghi non sono come a Cortina, eccetera eccetera.
  3. Mangia polenta e capriolo, si incazza con la cameriera perchè non gli fa la fattura scaricabile come spesa di rappresentanza, poi dice: “Vado perché è l’ora migliore e ci sono tutti” e si mette a fare a pallate di neve con gli amici in mezzo alle ragazze che prendono il sole.
  4. Curva solo a due centimetri di distanza dagli altri sciatori, badando bene di sollevare quanta più neve possibile.
  5. Se cade si incazza con qualcuno che, secondo lui, gli ha tagliato la strada.
  6. Scarponi: non li toglie nemmeno in albergo (con quello che li ha pagati).
  7. Ha l’attrezzatura da cinque milioni. Maggior spesa: il gel per le labbra.
  8. Quando alla TV vede cadere Tomba dice che è perchè è un coglione di Bologna.
  9. Se esce di pista è per esibirsi in un salto acrobatico (nel campo scuola).

Sciator PUGLIESIS – PARTENOPAENUS

  1. Sullo skilift, chiama a gran voce l’amico che sta tre ganci più avanti per raccontargli la sua ultima cagata.
  2. Blocca tutta la coda della seggiovia perché deve aspettare gli amici che sono rimasti indietro.
  3. Fa spostare dodici persone per organizzare la tavolata comune (tre famiglie con bambini), estrae pane-formaggio-cioccolata in quantità industriali, fa casino, mena i bambini che fanno casino, poi dice: “Andiamo perchè è l’ora migliore e non c’è nessuno” e organizza una partita a calcetto sulla neve.
  4. Curva solo se la moglie lo sta riprendendo con la telecamera.
  5. Se cade cerca di coinvolgere quante più persone possibili e fa chiamare l’elicottero del soccorso.
  6. La cerimonia di chiusura degli scarponi coinvolge tutta la famiglia e ha un costo (in tempo e bestemmie) paragonabile allo scavo di una trincea in Cecenia.
  7. Ha l’attrezzatura da un milione. Maggior spesa: il cellulare.
  8. Quando alla TV vede cadere Tomba, bestemmia ad alta voce.
  9. Se esce di pista è per far pisciare il bambino.

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