La fiera letteraria

La lettura è un’attività per lo più solitaria. Non che sia un male, anzi.  Potrei continuare elencando la bellezza dell’immaginare i personaggi, i luoghi, le situazioni in un mondo tutto del lettore, con la fantasia che si scatena a ogni suggestione eccetera eccetera. Ma chi legge conosce benissimo tutte queste cose e chi non legge si perde un sacco di divertimento. Tuttavia, ogni tanto è piacevole uscire da questa dimensione intima e il modo più facile per farlo, oltre che trascorrere oziosi e splendidi pomeriggi domenicali sotto l’ombrellone a discutere con le amiche (ho pochi amici maschi lettori e quei pochi non sono “ombrellonabili”) di questo o quel romanzo, è quello di assistere alle presentazioni dei libri, quei momenti in cui la sfera personale del lettore interseca per qualche ora il mondo dell’autore.

Personalmente, adoro presenziare a questo tipo di eventi. Il più delle volte gli incontri avvengono nelle librerie, questi luoghi magici, solitamente raccolti, in cui si crea una sorta di complicità tra lettore e autore – sempre che i librai siano in gamba – che con la pagina scritta è impossibile avere. Poi ci sono le biblioteche, i festival letterari e per le rockstar del libro, gli auditorium e le aulae magnae delle università, ma in quest’ultimo caso la forma quasi sempre prende più spazio della sostanza e il risultato è piuttosto scadente (a meno che non sia Andrea Camilleri a parlare, ma qui siamo a livelli inarrivabili ai più).

A dirla tutta, sono una drogata di presentazioni di libri. Mi piace vedere come si pone l’autore nei confronti del pubblico, mi incuriosisce scoprire che tipo di persona è l’autore – a volte completamente diverso dall’idea che mi ero fatta leggendo il libro – mi sfizia decidere se la persona che lo presenta è competente oppure no, in altre parole: quanto tempo ci vuole a capire se il “bravo presentatore” ha letto il libro di cui parla oppure spara cazzate all’urbigna. Ma più di tutto mi piace osservare il pubblico, perché in qualsiasi presentazione, dal libro di poesie dei mistici catalani al manuale per sturare il lavandino, c’è sempre lei (ma che può essere anche un lui): la fiera letteraria (FL).

"Leggere è un cibo per la mente e tutto ciò che ha che fare con il cibo deve per forza essere buono." (Snoopy)
“Leggere è un cibo per la mente e tutto ciò che ha che fare con il cibo deve per forza essere buono.” (Snoopy)

Questo soggetto, di indole feroce e violenta – ma solo quando si parla di libri – si presenta un’ora prima dell’inizio della presentazione, si siede rigorosamente in prima fila e in grembo tiene almeno un paio di libri dello scrittore in presentazione, con una miriade di segnalibro o “pecette” fosforescenti che fanno capolino dalle pagine. Spesso è un insegnante – in carica o ex – ma anche no, conosco FL che fanno lavori tra i più disparati, (buon) segno che la lettura non è affare solo di chi fa lavori “intellettuali”, qualsiasi cosa voglia dire questa parola. Di solito si dimena come una biscia sulla sedia finché non entra l’autore e solo allora si dà una calmata apparente. Spesso abborda il povero autore prima che si sieda, inondandolo di complimenti e chiedendo, non più la dedica sul libro ma l’ormai rituale foto da mettere seduta stante sui vari social.  Durante l’introduzione annuisce distrattamente, ostenta una noncuranza fastidiosa come a dire al presentatore “dai sbrigati che queste cose le so già”, sfoglia svogliatamente i volumi in attesa che la parola passi all’autore. A questo punto la FL si trasforma in una statua di sale il cui unico movimento è l’oscillazione verticale della testa, un po’ come facevano quegli orrendi pupazzi di plastica che negli anni ’70 andava di moda mettere sulla cappelliera dell’auto. Commenta con una risata soffocata un’arguzia dello scrittore, oppure con un mugugno rassegnato se il suddetto afferma tristi verità. Spesso ricerca sul libro il passo di cui si sta parlando e segue col dito la riga per essere sicura che l’autore non sbagli a citare a memoria (ma se l’ha scritto lui, lo saprà o no?)

Il momento di gloria della FL arriva alla fatidica frase: “Ci sono domande?”. Anzi, potrei affermare che la FL partecipa alle presentazione solo in funzione di questo istante. Dopo i tre-cinque secondi di silenzioso imbarazzo dell’uditorio, la FL fa scattare la manina e dopodiché è la fine. Mai dare la parola alla FL. Mai. Perché poi non la restituisce più. A questo punto la FL si suddivide in  ulteriori sottocategorie che vado ad elencare immantinente.

FL fan sfegatata: quella che prende la parola per esternare tutto il suo amore per lo scrittore/scrittrice, inizia ad elencare uno per uno i libri che ha letto (spesso tutti), quelli che le sono piaciuti di più, quelli di meno, quelli così così. Se l’autore è un esordiente, ci sbrighiamo in poco tempo; ma se l’autore è prolifico, l’elenco può durare anche una mezz’ora. La domanda è sempre: “a quando il prossimo libro?” oppure “quanto c’è di personale e quanto di inventato nel libro?”

FL filosofa-secchiona: quella che inizia dall’argomento del libro (che sia un romanzo metafisico o il manuale delle Giovani Marmotte, fa lo stesso) e parte per un seminario – non richiesto – sull’argomento, approfondendo aspetti inutili dell’argomento, al solo scopo di fare sfoggio di erudizione. La domanda è sempre: “quanto si è documentato/a per questo libro?”

FL autoreferenziale: è la più pericolosa. Inizia con “prendo spunto dalle vicende del libro per …” e giù tutta una serie di fatti personali di una noia sesquipedale di cui essa è protagonista indiscussa. Parte un pippone psicologico in cui affiorano vicende quasi sempre tristi e deprimenti – separazioni, malattie, pestilenze, decessi violenti, qualsiasi cosa che coinvolga dolore, morte e distruzione – che spesso non hanno niente a che vedere con il libro. Fatti che non interessano a nessuno, ma proprio nessuno. Dopo un quarto d’ora di scempiaggini il pubblico – giustamente – si rompe le balle e inizia a distrarsi, il presentatore guarda con impazienza l’orologio e l’autore finge attenzione mentre in faccia gli si legge “ma che c***o sta dicendo questo/a”. E qui si vede se l’ospite ha polso o meno, perché solo lui è in grado di uscire da questo fiume in piena di logorrea inutile. Poiché la FL non ha una vera domanda da porre, ma le piace solo sentire la propria voce, l’autore con i controcazzi ad un certo punto si inserisce nel discorso, prende in mano la faccenda e pone fine allo sproloquio. Spesso però capita che l’autore, per educazione o per scarsa esperienza, lasci parlare la FL ad libitum fino a quando nella sala rimangono solo loro due, dopo che il resto del pubblico è andato a casa, ha cenato e ha anche digerito. Quello che mi è piaciuto di più di tutti è stato uno scrittore che, dopo venti minuti di ciarle, ha chiesto: “Qual è la domanda?” facendo affondare la FL in un meraviglioso mutismo.

Un tempo queste FL mi infastidivano, le consideravo perniciose come il punteruolo rosso per le palme. Col tempo, ho iniziato ad apprezzare le loro esternazioni e devo dire che il divertimento è assicurato. Quasi quasi vado alle presentazioni più per sentire loro che per l’autore…

2 risposte a "La fiera letteraria"

Add yours

  1. Non sono un appassionato di presentazioni. Di solito leggo il libro per mio conto, quando non sono impegnato a scrivere, e magari butto giù qualche appunto per un’eventuale recensione. Però noto che l’attività di scrittura si sta sempre più trasformando in un’operazione teatrale. La presentazione è una delle tante forme di rappresentazione. Se poi questa finisce per coinvolgere lo spettatore, come in certo teatro d’avanguardia, che c’è di male?

    "Mi piace"

  2. Sei riuscita come al solito ad incantarmi. Pur non avendo mai partecipato ad una manifestazione del genere, oggi con la fantasia mi sono trovata immersa nell’atmosfera e ho dato anche un nome alla FL di turno. Grazie di deliziarci con le tue perle. Loretta

    "Mi piace"

Che ne pensi?

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Blog su WordPress.com.

Su ↑

VERBA VOLANT

"Il comico è il tragico visto di spalle" (G. Genette)

appetibilis .net

TRAVEL NOTES on PEOPLE, PLACES, FOOD & STYLE

http://www.iocisonostata.com/

"Il comico è il tragico visto di spalle" (G. Genette)

MADamando

Il blog dedicato alle “over-anta”, in cui si raccontano, senza prendersi troppo sul serio idee, sogni, moda, riti e miti dell’età di mezzo.

OCKstyle.com

Orsola Ciriello Kogan :: Wordsmith & Visual Storyteller

Le parole e le cose²

Letteratura e realtà

ideas.ted.com

Explore ideas worth spreading

Bufale e Dintorni

Bufale e dintorni, ovvero notizie false, ingannevoli, phishing, scam, spam. Diffondere le bufale è inutile, irrazionale e in alcuni casi, pericoloso.

zeronovantanove

Scritture low cost

Opinioni di un clown

"Il comico è il tragico visto di spalle" (G. Genette)

Ghiga scrive di sera (e nemmeno sempre)

"Il comico è il tragico visto di spalle" (G. Genette)

La disoccupazione ingegna

Sono disoccupata, sto cercando di smettere. Ma non mi svendo

Scarpe de Merda

"Il comico è il tragico visto di spalle" (G. Genette)

SUCCESS

"Il comico è il tragico visto di spalle" (G. Genette)

ildegardadibingen

Just another WordPress.com site

Rosso di Persia

La mia indipendenza è la mia forza, implica la solitudine che è la mia debolezza. (Pasolini)

Nine hours of separation

"Il comico è il tragico visto di spalle" (G. Genette)

grafemi

segni, parole, significato

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: