È appena uscito il nuovo libro di Gloria Spessotto, Tulipani per il compleanno per la casa editrice Tufani di Ferrara. Un titolo che richiama alla memoria la signora Dalloway, ma di più non so, perché sto aspettando che mi venga recapitato il volume. Nel frattempo, per far venire l’acquolina in bocca a lettori e lettrici, ecco qui riportata una recensione firmata Rosaria Zanetel, che si presenta così.
Rosaria Zanetel, nata in provincia di Trento, vive a Padova. Laureata in Giurisprudenza e in lingua araba presso l’Università di Padova, ha fondato con il marito, medico di origine siriana, Gihad Kabrib una piccola casa editrice specializzata in testi di lingua araba, cinese, ungherese. Ha ideato e curato un progetto editoriale relativo a storici istituti scolastici padovani (Liceo Tito Livio, Istituto Calvi, Università di Padova). Negli ultimi anni ha scritto tre romanzi di natura autobiografica: “Musulmane che ho conosciuto” – “Padova è molto a sud di Trento”, “Caro Giorgino… Baci, la zia Lilli” .
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Come con gli altri suoi romanzi, anche con questo suo nuovo libro: “Tulipani per il compleanno” Gloria Spessotto ci trascina vorticosamente nel mondo dei sentimenti, guidandoci per mano, con il suo stile delicato e forte, leggero e profondo, stringato e nello stesso tempo ricco di minuziose descrizioni.
Ed ecco che la protagonista, l’adolescente Giulia, ci compare fin dalle prime pagine con la sua immagine fresca e vivace, che “l’affascina e mette in apprensione” allo stesso tempo, quando la vede riflessa nello specchio. Una quindicenne come molte, ma ciò che la renderà diversa è l’abito nero che subito la avvolge, per volontà di una madre autoritaria, che riversa sulle spalle della giovane figlia un lutto di cui si vuol liberare.
Ecco il contrasto che ci accompagnerà dall’inizio alla fine del romanzo: la vita nel suo aprirsi, colorata e limpida nel brillare delle sue aspettative da una parte e, dall’altra, la morte che la avviluppa già, con il colore tetro e opaco di quell’ingombrante e crudele abito nero, che la madre, (forse un ripensamento di coscienza?), ha voluto render accettabile appuntandovi un fiore rosso. Ciò non impedisce al nero di quel vestito di accompagnare la vita di Giulia anno dopo anno con continue rinunce per le vessazioni di una madre insensibile.

Anche noi lettori ci sentiamo avviluppati in quel nastro nero svolazzate e serpentino, che si insinua nei nostri pensieri e nelle nostre aspettative, impedendoci di staccarci dal racconto, come fosse un thriller, nell’attesa che quel nastro nero, in fine, si annodi ad una morte, come finale del tutto.
Non bastano i colori dei vestiti descritti da Gloria con una minuzia insolita: shantung celeste, jersey di lana bianca, velluto a mille righe azzurro, organza rosa a righine bianche, madras con bordi di piquet bianco e i cappelli a larga tesa spesso ornati da fiori di campo per cancellare il nero di quel vestito.
E alla fine il lutto arriva, è l’adolescenza che finisce, ma non è solo quella, è il calore dei sentimenti, la speranza di risolvere l’affanno del vivere in un abbraccio. In un unico abbraccio. La ricerca continua, con meno ardore, a testa china, come in una lotta sorda.
Ecco perché “Tulipani per il compleanno” non è infine un romanzo d’amore e di morte, ma è una scuola di vita. Un continuo rinascere con sempre meno energia, ma un rinascere.
e non scordatevi, della stessa autrice, “Gli uccelli cinesi” parte 1 (https://verbavolantblogdotcom.wordpress.com/2014/04/20/gli-uccelli-cinesi-prima-parte-di-gloria-spessotto/) e 2 (https://verbavolantblogdotcom.wordpress.com/2014/04/21/gli-uccelli-cinesi-seconda-parte-di-gloria-spessotto/)
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